lunedì, febbraio 13, 2012

MISURE GRECIA: NON SERVIRANNO AI GRECI

Il 20 marzo la Grecia deve rimborsare 14 miliardi di euro.

Non è in grado di rimborsarli.

Gli vengono, incontro, UE, BCE e FMI.

Alla Grecia saranno prestati dei soldi che debbono essere a loro volta rimborsati  e, così, si crea debito su debito.

In cambio cosa viene chiesto:

- 150.000 licenziamenti nel settore pubblico + 15000 nelle aziende a partecipazione statale + un numero imprecisato di insegnanti;
- riduzione dei salari di oltre il 20% (già erano stati ridotti);
- tagli al budget della sanità di un milione di euro;
- tagli alle pensioni, alla disoccupazione e ai sussidi sociali;
. il quasi annullamento del contratto nazionale di lavoro.

In Grecia erano già state approvate delle privatizzazioni (http://petsalvatore.blogspot.com/2011/05/grecia-verso-il-disastro.html).

Questa è la 5^ manovra che la Grecia deve subire, ma la situazione non è migliorata e, anzi, nel 2012 si prevede  una caduta del PIL del 12%..

Ovviamente i greci vedendosi tagliare gli stipendi non spendono e l'economia non riparte (http://petsalvatore.blogspot.com/2011/12/centro-di-atene-fantasma.html) .

I conti non migliorano perché lo Stato introita meno tasse e perché i tagli al sociale vengono compensati dagli aumenti alle spese militari.

La Grecia è già fallita (http://petsalvatore.blogspot.com/2011/10/la-grecia-fallisce-e-litalia-fa-gli.html) e tutte le misure prese serviranno solo a peggiorare la situazione del popolo greco, che si potrebbe riprendere prima senza queste misure.

Noi speriamo che l'Italia non faccia la stessa fine, ma già c'è il blocco degli stipendi e le pensioni sono già state toccate. Anche da noi sono aumentate le spese militari, si parla di privatizzazioni e di svendita del patrimonio dello Stato. Se la politica è la stessa, possiamo sospettare che la fine che faremo sarà quella della Grecia.

Noi, come diciamo da molto tempo, crediamo che ci si possa salvare: diminuendo l'eta pensionabile, sbloccando i contratti, riducendo le spese militari e facendo ritornare in patria i militari all'estero, puntando sul miglioramento delle vie di comunicazione, ricostruendo i Paesi che hanno subito calamità naturali.

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