Cominciamo con il dire che le modifiche all'articolo 18, a meno che il disegno di legge non lo prevede, valgono anche per i dipendenti pubblici ai quali si applica integralmente lo Statuto dei lavoratori.
L'articolo 18 tutela i lavoratori dai licenziamenti ingiusti. I lavoratori già oggi possono essere licenziati giustamente.
In caso di licenziamento ingiusto, ora è previsto il reintegro sul posto di lavoro, anche se non sempre è così, poichè alcuni lavoratori preferiscono già un indennizzo e alcune aziende preferiscono pagare i lavoratori senza farli rientrare in azienda.
Con l'indennizzo il lavoratore potrà campare al limite solo qualche anno e poi?
Modificare l'articolo 18 significa dare carta bianca alle aziende.
Qualsiasi modifica è deleteria.
Far passare i licenziamenti disciplinari o discriminatori per economici sarà molto semplice, qualora l'articolo 18 fosse modificato.
Inoltre, dichiarare la crisi è facilissimo.
Facciamo un esempio: un'azienda che costruisce 100 oggetti fa un piano industriale per l'anno successivo e decide di costruirne 120. L'anno dopo raggiunge l'obbiettivo e non è crisi. Due anni dopo parte da 120 e fa un nuovo piano industriale che prevede la costruzione di 140 oggetti. Ne riesce a costruire solo 130 e dichiara la crisi, così potrà licenziare, nonostante ha costruito il 30% di oggetti in più rispetto a due anni prima.