Il 20 marzo la Grecia deve rimborsare 14 miliardi di euro.
Non è in grado di rimborsarli.
Gli vengono, incontro, UE, BCE e FMI.
Alla Grecia saranno prestati dei soldi che debbono essere a loro volta rimborsati e, così, si crea debito su debito.
In cambio cosa viene chiesto:
- 150.000 licenziamenti nel settore pubblico + 15000 nelle aziende a partecipazione statale + un numero imprecisato di insegnanti;
- riduzione dei salari di oltre il 20% (già erano stati ridotti);
- tagli al budget della sanità di un milione di euro;
- tagli alle pensioni, alla disoccupazione e ai sussidi sociali;
. il quasi annullamento del contratto nazionale di lavoro.
In Grecia erano già state approvate delle privatizzazioni (
http://petsalvatore.blogspot.com/2011/05/grecia-verso-il-disastro.html).
Questa è la 5^ manovra che la Grecia deve subire, ma la situazione non è migliorata e, anzi, nel 2012 si prevede una caduta del PIL del 12%..
Ovviamente i greci vedendosi tagliare gli stipendi non spendono e l'economia non riparte (
http://petsalvatore.blogspot.com/2011/12/centro-di-atene-fantasma.html) .
I conti non migliorano perché lo Stato introita meno tasse e perché i tagli al sociale vengono compensati dagli aumenti alle spese militari.
La Grecia è già fallita (
http://petsalvatore.blogspot.com/2011/10/la-grecia-fallisce-e-litalia-fa-gli.html) e tutte le misure prese serviranno solo a peggiorare la situazione del popolo greco, che si potrebbe riprendere prima senza queste misure.
Noi speriamo che l'Italia non faccia la stessa fine, ma già c'è il blocco degli stipendi e le pensioni sono già state toccate. Anche da noi sono aumentate le spese militari, si parla di privatizzazioni e di svendita del patrimonio dello Stato. Se la politica è la stessa, possiamo sospettare che la fine che faremo sarà quella della Grecia.
Noi, come diciamo da molto tempo, crediamo che ci si possa salvare: diminuendo l'eta pensionabile, sbloccando i contratti, riducendo le spese militari e facendo ritornare in patria i militari all'estero, puntando sul miglioramento delle vie di comunicazione, ricostruendo i Paesi che hanno subito calamità naturali.