Finalmente ieri per la prima volta abbiamo sentito dire che il vero problema è l'Italia e non la Grecia.
D'altronde la lettera Bce era indirizzata oltre che alla Grecia anche al nostro Paese.
Ieri si diceva che il problema Grecia è gestibile, quello Italia no.
Oggi l'Unione Europea dice che serve un piano per la crescita in Italia (http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=167269&sez=HOME_ECONOMIA) e riforme strutturali (http://tg24.sky.it/tg24/economia/2011/10/21/sviluppo_bankitalia_marcegaglia_ue_berlusconi_junker.html).
Peccato che le misure contenute nella lettera della Bce serviranno soltanto ad aumentare la crisi (http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml?fr=correlati).
Non sappiamo se in Bce ci siano o ci fanno.
Intanto, in Grecia, nonostante la popolazione sia nettamente contraria, si sono approvate le misure imposte dalla Bce.
Tali misure contribuiranno solo a mettere in ginocchio la Grecia ancora di più.
In Grecia, infatti, si taglia lo stipendio e si aboliscono gli incentivi e sussidi ai dipendenti pubblici (http://petsalvatore.blogspot.com/2011/10/grecia-tartassati-i-pubblici-dipendenti.html), si licenziano 30000 dipendenti pubblici (che diventeranno 150000 entro il 2015), si equipara il prezzo del gasolio da riscaldamento a quello della benzina, si riduce il tetto minimo dell'imponibile che passa da 8 a 5mila€ e si riducono le pensioni sopra i 1200€ del 20%.
Questa manovra che si aggiunge a quella precedente (http://petsalvatore.blogspot.com/2011/05/grecia-verso-il-disastro.html) potrà solo ridurre ancora i consumi, diminuire il Pil e immobilizzare l'economia greca (http://petsalvatore.blogspot.com/2011/05/la-grecia-come-largenttina.html).
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