Secondo uno studio condotto su 12 città italiane, quest'anno i vacanzieri sono stati il 20% in meno dell'anno scorso.
In queste città vivono 9 milioni di persone.
Meno della metà di queste persone, cioè 4 milioni, sono andati in vacanza (44.4%), mentre 5 milioni (55.6%) sono rimasti a casa, mentre l'anno scorso il dato era invertito (4 milioni a casa e 5 milioni in vacanza nel 2008).
Lo studio si è basato su vari fattori, tra cui i rifiuti prodotti.
Da questi dati si può dire che la crisi c'è ed è ben lungi dall'essere risolta.
4 commenti:
In questo momento mi trovo a Los Angeles in vacanza.
Sono arrivato qui animato da una grande curiosita’ di vedere da vicino questa crisi, visto che la California e’ uno degli Stati piu’ colpiti. In Italia si ha una percezione locale e volevo confrontare le sensazioni .
Ebbene, qui la crisi la sto ancora cercando.
In questa citta’ sembra che dispongano tutti dei soldi di zio Paperone, tanta la facilita’ con cui li spendono. Ieri, lunedi’, ero giusto a Disneyland con la mia famiglia di 4 persone e avremo speso oltre 500$ di cui 268 di soli biglietti di ingresso e il resto in bevande, gelati e regalini per bimbi e amici. Sapendo che li’ i prezzi sono alti avevamo portato anche i panini da casa…!
Eppure ci saranno state almeno 30.000 persone con file lunghissime non solo davanti alle attrazioni ma anche di fronte a qualsiasi negozio o banchetto, felici di spendere 5$ per un gelato e 20$ per il gadget piu’ idiota. Credo che le azioni Disney non siano da sottovalutare…
Domani temo la replica con il Seaworld di San Diego: 240$ di soli biglietti di ingresso…
Ho visto una partita di baseball dei Dodgers, la squadra locale: 95$ il biglietto e altre decine in hot dogs e tutte quelle cose che mangiano gli americani durante questi spettacoli (lo sport e’ un’altra cosa). E pensare che ogni squadra fa 162 incontri l’anno. Chi volesse vederli tutti spenderebbe oltre 25.000$!
Nei centri commerciali che ho visitato si strappano letteralmente la roba dalle mani. Ho provato a calcolare gli introiti dei negozi dove ho effettuato alcuni acquisti basandomi sul numero progressivo degli scontrini e, pur approssimando sempre per difetto, mi sono venute fuori cifre paurose: il negozio meno frequentato incassa non meno di 300.000$\mese. In Italia i migliori negozi della mia citta’ questo fatturato lo generano in un anno.
Se parliamo poi dei piu’ noti, tipo Abercrombie & Fitch, dico solo che ho dovuto fare 25 min. di fila prima di poter pagare in una delle 5 casse…
E poi le macchine: d’accordo che negli USA l’auto e’ lo status symbol per eccellenza ma qui chiunque ha un SUV grande come un salottino. Le BMW X5 e le Mercedes ML sono medi SUV per poveracci.
Ho girato un intero pomeriggio per Beverly Hills e le colline sovrastanti riuscendo a vederne neanche la meta’. Non ho mai visto una tale distesa di case di superlusso in vita mia! Mi aspettavo un oceano di foreclosures ma solo due erano in vendita.
Quello che sconcerta e’ l’enorme diffusione della ricchezza e del benessere. Certo non ho visitato quartieri poveri o degradati ma la quantita’ di ricchi o benestanti sembra assolutamente lontana dai nostri parametri per quantita’ e livello.
Risiedo ospite presso la famiglia di un amico giornalista che ha vissuto a lungo in Italia. Al fuoco di fila delle mie domande anche lui non ha saputo dare motivazioni convincenti. Pare che il motore economico della citta’ sia unicamente l’industria del cinema. Oltre a questo c’e’ il real estate, che specialmente negli ultimi anni si e’ per cosi’ dire autoreferenziato, generando ricchezza per chi gia’ ne aveva. Ora la festa dovrebbe essere finita ma pare che i prezzi nelle zone piu’ ambite non siano scesi poi di tanto. Molta differenza vi e’ invece nelle zone periferiche o svantaggiate. D’altronde lo stesso fenomeno sembra si stia verificando anche in Italia.
Vi e’ pero’ anche da dire che le abitudini di vita degli americani sono molto diverse da quelle degli europei in genere e degli italiani in particolare: loro spendono in media tutto e anche un po’ di piu’ di quello che possiedono mentre noi siamo rimasti ancorati a una cultura del risparmio (e per fortuna, visto come ci vanno le cose!).
Insomma, devo dire di essere rimasto quasi deluso dall'assoluta mancanza di quei segnali di crisi che mi aspettavo e con cui in Italia conviviamo ormai da anni. E’ certo che il solco che si sta creando tra noi e gli altri Paesi si fa sempre piu’ grande e appare oramai pressoche’ incolmabile.
Un saluto a Salvatore dagli States,
Ale
grazie dell'analisi e dei saluti.
Grazie a te!
fortunatamente gli occhi vedono meglio dei giornalisti.
complimenti Alessandro.
Roberto _ Lugo
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