Prodi ritiene positivo un dibattito sull'utilizzo delle riserve auree e forse ci sta facendo un pensierino.
Cominciamo con il dire che una proposta del genere venne fatta da Tremonti, il Ministro della finanza creativa, nel 2004.
Si può continuare dicendo che, qualora fosse fatta una richiesta del genere a Bankitalia, i due schieramenti non sembra si discostino di molto nelle loro idee al quanto creative.
Si può concludere con il dire che il debito pubblico è di 1609 miliardi di euro e che le riserve auree sono di 38 miliardi di lingotti, pari a 38.08 miliardi di euro al cambio attuale dollaro/euro.
Se si considera, poi, che in base all'accordo firmato da 15 banche centrali non si può cedere più di 500 tonnellate totale, che ne sono state già cedute 294 tonnellate, che le tonnellate in possesso della Banca d'Italia sono 2400, i conti sono presto fatti.
L'utilità dell'operazione, che sarebbe oltrettutto non strutturale, è quasi zero.
Se si guarda all'estero, la Banca centrale Tedesca ha bocciato più volte l'utilizzo delle riserve auree, mentre la Spagna ha ridotto le sue riserve.
Noi siamo vecchio stampo, crediamo che il valore di una moneta sia dovuto anche a quello che vi sta sotto, altrimenti è carta straccia.
Crediamo che così facendo, quello che guadagneremo da una parte, lo perderemmo con l'aumento degli interessi pagati sui btp.
Pensiamo, infine, che nel 1976 evitammo il default grazie alle riserve auree.
2 commenti:
Ciao, concordo pienamente riguardo l' inutilità di una eventuale vendita delle riserve auree di Bankitalia.
Per quanto invece concerne il valore della moneta, è dal 1944 che questa non ha controvalore aureo come spiegato nel dettaglio al seguente link:
http://www.disinformazione.it/bufala_oro.htm
Un saluto
Alessandro
Si pensa che sia così ma come mai tutti gli stati più importanti hanno mantenuto le riserve auree e anzi le hanno incrementate.
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