venerdì, febbraio 24, 2006

IL MODO IN CUI IL GIAPPONE E' USCITO DALLA CRISI PUO' SERVIRE DA LEZIONE PER L'ITALIA



Il Giappone, dopo svariati anni di crisi, è riuscito a uscirne.

In questi anni, sono state proposte numerose ricette, tutte fallimentari.

Anche l'abbassamento dei tassi a livelli impensabili e prossimi allo zero, non ha dato i risultati sperati.

Allora, cosa è stato che ha fatto riprendere il Paese del Sol Levante?

Semplicemente l'aumento degli sipendi e la concessione di importanti bonus di fine anno ai dipendenti.

Queste due misure hanno fatto si che i giapponesi spendessero di più con benefici anche per le imprese.

L'Italia, per risollevarsi, dovrebbe seguire la medesima ricetta.

Non dovrebbe usare, invece, strumenti fuorvianti.

Mi riferisco alla misura della disoccupazione.

Non è considerato disoccupato, chi fa pochi giorni di lavoro all'anno oppure chi ha perso la voglia di cercare lavoro (ad esempio, al Sud, dove è veramente difficile trovarlo).

Si dovrebbe prendere in considerazione , al contrario, la forza lavoro che in Italia, negli ultimi anni, è sempre stata intorno al 55%.

Mi riferisco, poi, alla misura dell'inflazione.

Nel paniere, infatti, vengono sempre messi strumenti tecnologici che sono destinati a scendere di prezzo e che compensano i forti aumenti dei beni di prima necessità.

In esso dovrebbero esserci solo quest'ultimi beni.

Le industrie, infine, dovrebbero trattare meglio i loro dipendenti perchè avranno solo da guadagnarci.

Il bastone non fa affezionare nessuno.

Le aziende che vanno meglio, infatti, sono quelle che trattano meglio i loro dipendenti (vedi i casi Diesel e Sabaf).

6 commenti:

Anonimo ha detto...

"Ma come si fa a far girare l'economia?" chiesi timidamente a Maciste Parpadelli durante uno dei suoi indimenticabili seminari di analisi tecnica in quel di Trepuzzi.
"L'economia gira grazie alle mani bucate" mi rispose, poi si allontanò con un gruppo di anziani ed andarono a giocare a bocce per tutto il pomeriggio.

Chi è Maciste Parpadelli?
Scoprilo su http://finanzainutile.splinder.com/

Anonimo ha detto...

Mi interessa sapere alcune cose e le tue frasi mi hanno fatto riflettere anche perchè le condivido. Cmq poichè vorrei approfondire mi chiedo:

1. come si calcola il tasso di disoccupazione? Molte volte è stato deto che la sfiducia nell'iscriversi all'ufficio collocamento fa diminuire il tasso di disoccupazione anzichè farlo aumentare. Mi spieghi meglio questa cosa?

2. Io so che nel paniere dell'inflazione ci sono varie cose ognuna con un peso. Giusto? Mi aspetto che un CD che scenderà di prezzo e acquistato molto più di rado abbia un peso inferiore rispetto a dei pomodori. Dove trovo la composizione del paniere istat?

Anonimo ha detto...

La metodologia degli indici dei prezzi al consumo prevede l'aggiornamento annuale sia della lista dei prodotti per i quali vengono rilevati i prezzi, il paniere, sia della ponderazione con cui i prodotti partecipano al calcolo degli indici, i pesi.
Contestualmente, si procede alla revisione dei piani comunali di rilevazione degli esercizi commerciali da visitare nel corso dell’anno e all’eventuale introduzione di innovazioni metodologiche, tecniche e organizzative. L’aggiornamento annuale della composizione e della ponderazione del paniere ha la finalità dimantenere nel tempo la capacità degli indici dei prezzi di riflettere i cambiamenti nei comportamenti dei consumatori e di adeguare i pesi assegnati ai prodotti alla mutata struttura dei consumi delle famiglie.

Anonimo ha detto...

sulla prima domanda noto che hai sorvolato. Potresti rispondere anche alla prima? Grazie.
salvatore

PETRSALVATORE ha detto...

Il paniere si trova su www.istat.it. Il paniere si basa sulla famiglia media italiana che ha comunque un reddito elevato ed è composto da 207 voci tra cui taxi, trasporto aereo, alberghi oreficeria. Molte di queste voci una famiglia normale non se le può permettere o le può avere di rado.

PETRSALVATORE ha detto...

Si, è proprio così: chi non cerca più lavoro perchè sconfortato, non è considerato disoccupato.